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Alle ore 22,40 del 6 novembre 1992 il mortale agguato all’imprenditore edile Giovanni Panunzio che si era opposto alle richieste estorsive della criminalità organizzata. Per la città di Foggia rappresentò la dura presa d’atto che ormai la mafia aveva svoltato allargando, con i suoi tentacoli, il dominio sul territorio.

 

Sul caso Panunzio, la giornalista Michela Magnifico in questi anni ha dedicato indagini, inchieste e servizi che l’hanno convinta a scrivere un libro: “6 novembre 1992. Il coraggio di un uomo”.

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E’ stato più spunto di conversazione e di confronto sul tema della criminalità di stampo mafioso la sintetica presentazione tenuta dall’autrice nel corso di una seguitissima conviviale svoltasi il 17 maggio 2023   presso il Rotary Club Foggia con il titolo di fondo “Guardare al passato per immaginare un altro futuro”.

Dopo l’apertura della serata, il Presidente Mammana ha dato la parola a Massimo Lucianetti (già Procuratore Generale presso il Tribunale di Potenza), all’epoca inquirente alla Procura di Foggia, che ha esordito attribuendo grande coraggio anche alla giornalista Michela Magnifico, una donna intraprendente e dinamica, pronta a denunciare senza paura.

L’ ex Magistrato, con consueto forbito linguaggio talvolta piacevolmente ironico, con lucida memoria ha ricordato date e nomi di quei giorni in cui la città di Foggia seguiva il susseguirsi delle vicende che ruotavano attorno alla discussione ed all’approvazione del P.R.G. in Consiglio Comunale, quella sera interrotto, in pieno svolgimento, dall’arrivo della tragica notizia dell’assassinio dell’imprenditore edile Giovanni Panunzio. A parte la Commissione Antimafia, nell’immediatezza del fatto, non si vide nessuno dell’autorità centrale, una Foggia dimenticata da tutti ha riaffermato con forza Lucianetti dando poi la parola all’autrice del libro.

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Michela Magnifico si è soffermata sul periodo storico della città di Foggia e sul ruolo della famiglia Panunzio, ancora oggi impegnata a divulgare messaggi di legalità. Poi ha raccontato la figura chiave del testimone Mario Nero, ponendo acute riflessioni sul senso civico di un uomo coraggioso, primo testimone di giustizia contro la mafia foggiana. Un uomo che ha avuto improvvisamente la vita stravolta nell’ambito del programma di protezione che lo ha costretto ad esiliare, con altra identità, in diverse località segrete, dando così un taglio netto di crudele separazione dalla vita sino ad allora vissuta, dalle amicizie condivise, dagli affetti della famiglia, dalla sua città fino a quel momento a causa di una pura casualità perché si era trovato sulla stessa strada dell’autore del grave fatto di sangue mentre fuggiva dal luogo dell’omicidio. Mario Nero morirà prematuramente ai primi di gennaio 2021. Ora riposa in pace nel cimitero di Orta Nova, città natìa.

A proposito del coraggio di Mario Nero, da Lucianetti definito un vero uomo con la “U” maiuscola, l’ex Procuratore ha citato alcuni episodi riferibili a margine della complessa indagine che ha poi consentito di identificare il sicario che uccise l’imprenditore Giovanni Panunzio.

In chiusura l’intervento del Presidente Mammana che si è dapprima soffermato sull’espansione della criminalità mafiosa contrassegnata dalla strage del “Bacardi”, ed ha poi ammonito di “guardare al passato per immaginare un altro futuro”.

In chiusura il Presidente del Rotary Club Foggia, Giuseppe Mammana, ha consegnato al Past President Paolo Agostinacchio una targa da parte della regista Virginia Barret in segno di gratitudine per aver supportato il progetto “Noi mecenati per te” a sostegno degli artisti del docufilm “Laudato Creato”.

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