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Una sintetica panoramica sulla mappatura della “quarta mafia” che spadroneggia nell’intera provincia di Foggia ha accompagnato la presentazione del libro “Il ragazzo nel pozzo” in versione double scritto nella prima parte dalla giornalista Michela Magnifico e nella seconda da Gianmatteo Pepe (che vive e lavora a Vercelli) svoltasi venerdì 3 maggio presso la Sala “Corte Corona”.

 

 

Allo scopo di inserire l’interessante lavoro della coautrice nell’ambito del problema di più ampio spettro che costituisce la “spina nel fianco” per l’economia, la società civile e le istituzioni del nostro territorio, al tema della conferenza è stato anteposto il cappello “Capitanata Criminale” che, appunto, antecede l’intestazione del citato libro.

L’incontro è stato preceduto dalla cerimonia di cooptazione del nuovo socio avv. Saverio Catalano, presentato da Gianni Campanella ed accompagnato dalla fidanzata arch. Maria Grazia Fattibene.

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Il Presidente Angelo Corbo, a seguire, ha dato la parola al relatore avv. Massimo Lucianetti (già Procuratore della Repubblica) che in avvio di presentazione, con consueta verve, ha giocato sull’inversione dei ruoli: lui, come giornalista, a porre le domande, mentre l’ospite della serata (nella vita giornalista di professione) a rispondere all’intervista.

La dott.ssa Michela Magnifico ha ripercorso i tragici fatti di cronaca, riportati nel suo libro, come quello avvenuto a Cerignola nel 1999 quando il sedicenne Antonio Perrucci Ciannamea venne sequestrato, malmenato ed incaprettato prima di essere lasciato in un pozzo, mentre alla sua famiglia (non legata ad esponenti mafiosi) veniva richiesto un riscatto per la liberazione del congiunto che, invece,  venne ritrovato morto dopo 13 giorni.

Delitto efferato per mano di una mafia sempre più aggressiva, violenta e spietata che precedentemente, a Foggia,  aveva colpito a morte imprenditori edili  come Nicola Ciuffreda (1990) e Giovanni Panunzio (1992), nonché, in epoca più recente, involontari testimoni come i fratelli Luciani di San Marco in Lamis (agosto 2017).

Una mafia che “soffoca” tutti i settori, che opera con caratteristiche e modalità diverse, ma con strategia che mira al cuore pur di andare diritta e rapidamente all’obiettivo.

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Commosso e toccante l’intervento del Presidente Angelo Corbo che ha accennato a come anch’egli e la sua famiglia siano stati colpiti nel più caro degli affetti per mano di una criminalità rimasta impunita.

Nel corso delle descrizioni dei fatti e dei luoghi (interessante la mappatura ed i collegamenti alle “famiglie”) si è registrato il puntuale riferimento e ringraziamento agli uomini dello Stato impegnati quotidianamente a contrastare ogni azione della criminalità.

Infine, di fronte alle parole di complimento da parte dell’ex Procuratore Lucianetti che l’ha definita “donna coraggiosa”, la giornalista Magnifico, schermendosi per l’accostamento, ha invece espresso sincere parole di apprezzamento e di solidarietà per i “veri uomini e donne coraggiosi” che, come si legge nei loro occhi, hanno incrociato le rispettive esistenze con le tragedie familiari nelle quali sono rimasti vittime.

Michele Chiariello

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