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Può sembrare un gioco di parole: cosa è più semplice della semplicità? Semplice a dirsi! Ma oggi sembra che tutto si diriga verso le complicazioni anziché indirizzarsi verso le semplificazioni.

È quanto si chiede, con una profonda analisi su motivazioni, cause e circostanze, il noto prof. Francesco Bellino, docente ordinario di Filosofia morale Etica della Comunicazione Bioetica presso l’Università di Bari, attraverso il suo libro “Il Principio Semplicità” presentato presso la libreria Ubik di Foggia in collaborazione con il Rotary Club Foggia.

L’autore, introdotto dal padrone di casa prof. Michele Trecca (che ha sottolineato il fattivo “gioco di squadra” con il Rotary Club per iniziative di carattere culturale), ha dialogato con l’amico di vecchia data e profondo estimatore avv. Saverio di Jorio che ha inteso attribuire la crisi della semplicità alla smodata ricerca “dell’apparire” e non “all’essere” in questa civiltà dell’immagine.

Il prof. Bellino, tra l’altro Past President del Rotary Club Bari Ovest, autore di altri importanti saggi tra le oltre cento pubblicazioni, sostiene che “la semplicità non è un principio di carattere teoretico ma un’esigenza umana, personale, sociale politica. L’iper specializzazione del sapere e delle professioni, la complessità del sistema economico, finanziario, burocratico rischiano di rendere questo mondo incomprensibile ed ingovernabile”.

Il noto filosofo-sociologo ha ricordato che la semplicità è spontanea nell’uomo che, invece, tende ad oscurarla perché sospinto dai “creativi del mondo che stanno cambiando la società”. E qui l’invito a ridurre i molti ostacoli tra noi ed il mondo, proprio con un ritorno alla semplicità come fanno con assoluta naturalezza i bambini.

Parole anche richiamate da Saverio di Jorio che con solita raffinatezza ha invocato “la ricerca e la necessità di un equilibrio” e “l’essenzialità della semplicità per far dialogare insieme filosofi, storici, giuristi, economisti, letterati, che oggi continuano ad operare per compartimenti stagni”.

Il prof. Bellino, nativo di Orta Nova, non ha nascosto preoccupazione per “un mondo che ci sta sfuggendo di mano in quanto i problemi non possono essere risolti ricorrendo unicamente all’economia ed alla tecnologia, le complessità diventano sempre più ingestibili e quindi è necessario partire dalla base, cioè dalla semplicità, insomma essere semplicemente più semplici che però non significa semplicismo”.

Nel trarre le conclusioni, il prof. Trecca ha stigmatizzato che “purtroppo oggi si è perso il senso del limite e quindi occorre ritrovare il tema vero, quello dell’etica”, mentre l’avv. di Jorio

ha rimarcato che “la vera protagonista del cambiamento è la società civile con la cittadinanza rispettosa dei diritti e dei doveri, proiettata all’attitudine di resistenza e di resilienza”.

Da registrare, in coda, l’intervento – tra il pubblico - del prof. Paglia con il quesito sulle differenze tra poesia e filosofia nella semplicità. “La poesia è sintesi – ha risposto il prof. Bellino -, la filosofia deve tornare ad essere semplice. Entrambe partono dall’intuizione e sono un richiamo all’essenzialità”.

Insomma, un invito ad essere semplicemente… semplici.

Michele Chiariello

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