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Una presenza importante quella di Giovanni Impastato a Foggia per l’incontro con gli studenti dell’I.C. Zingarelli da Feltre nell’ambito dei percorsi di legalità e il Presidente del Rotary Club Foggia, il dott. Angelo Corbo non si è lasciato sfuggire l’occasione per offrire ai soci del Club l’opportunità di una interessantissima serata che ha svelato retroscena e la parte più intima dei legami familiari nella nota vicenda del giornalista Peppino Impastato ucciso per mano mafiosa il 9 maggio 1978.

È d’uopo che una serata speciale sia l’occasione per la cooptazione di un nuovo socio e il Club ha accolto l’ingresso dell’ing. Vito Antonio Nigro che contribuirà con la sua professionalità e la sua amicizia ad impreziosire ulteriormente il nostro Rotary Club.

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Non è mancato il saluto del Governatore da parte del dott. Francesco Corvelli, assistente di zona e dell’avv. Maria Teresa Cavalli, membro dello Staff del Governatore.

I saluti al prof. Giuseppe Spera, referente dei percorsi di legalità dell’I.C. "da Feltre Zingarelli" sono stati l’occasione per riassumere brevemente l’incontro che nel pomeriggio ha visto il dott. Impastato incontrare gli studenti in un emozionante pomeriggio che ha toccato le corde del cuore con immagini, ricordi, poesie e delicati intermezzi musicali.

È il dott. Loris Castriota Skandeberg, giornalista, a stimolare la conversazione con il dott. Impastato, prendendo spunto dal suo libro “Oltre i Cento Passi”

Nota è la vicenda di Peppino, suo fratello di cinque anni più grande, cresciuto a Cinisi in una famiglia mafiosa che, ribellatosi a quella mentalità e a quel modus vivendi, si distacca dalla famiglia e inizia una lotta contro la mafia a cui dedicherà tutta la sua giovane vita, interrotta con l’omicidio prestabilito dai boss siciliani.

La storia è stata resa nota dal film premiato a Cannes con il Leone d’oro, un film che, ci ricorda Impastato, ha ricevuto alla sua proiezione ben dieci minuti di applausi a decretare il tributo non solo alla fedele e capace messa in scena ma anche al percorso di vita di suo fratello.

Sollecitato da un accuratissimo Loris Castriota Skanderbergh, il dott. Impastato ripercorre non solo la storia di una famiglia lacerata da una profonda divisione, dalla paura e dal dolore dell’uccisione prima del padre e poi del giovane fratello ma va, appunto, oltre i cento passi (quelli che separavano la radio libera dalla quale Peppino trasmetteva alla casa del Boss Tano Badalamenti che lo avrebbe poi ucciso) e racconta ciò che è avvenuto dopo la sua morte. Una morte fatta passare all’inizio per un suicidio o, peggio ancora, per la mancata riuscita di un attentato posto in essere dallo stesso Peppino. Ci racconta il silenzio, le lacrime, l’attesa di sua madre Felicia fino alla riapertura del caso proprio in seguito ai racconti della donna in un’intervista.

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Parola dopo parola, scopriamo insieme a Giovanni Impastato i tristi meccanismi del sistema mafioso e del sistema giudiziario…nomi illustri…Chinnici, Falcone anch’essi falciati da mani assassine.

Ci commuove non poco il racconto dell’incontro di questa madre, in tribunale, con lo sguardo dell’assassino di suo figlio, Tano Badalementi, in video conferenza a cui con tranquillità dice “Tu sei l’assassino di mio figlio”.

Il racconto di Impastato si avvale anche di ricordi della sua giovinezza, dell’atmosfera del tempo, ci racconta della sua passione per Luigi Tenco e insieme si ritorna ragazzi per rivivere le suggestioni dettate da quegli anni ’60, anni cruciali per la vita di quei ragazzi siciliani.

Oltre i cento passi c’è Casa Memoria, la casa di famiglia donata, alla morte della madre nel 2004 al Ministero dei Beni Culturali e trasformata in una sorta di Museo e percorso didattico per mantenere vivo il ricordo di Peppino e per tenere alta l’attenzione sulla pericolosità della Mafia, una mafia che ha una struttura diversa ma che mina ai fianchi il sistema democratico. Oltre i cento passi c’è la residenza di Tano Badalamenti, tra i beni sequestrati alla Mafia, conclude un percorso culturale con i volti e pensieri delle sue vittime ed è stata trasformata in un ambiente per eventi culturali.

Oltre i cento passi c’è la cultura della legalità, della trasparenza, del rifiuto dell’omertà, un discorso quanti mai attuale nella nostra città martoriata dalle bombe degli ultimi giorni.

Impastato conclude dicendo” Non voglio che mio fratello Peppino sia considerato un eroe perché gli eroi ci appaiono persone lontane ed impossibili da imitare e questo può spingere le persone a disinteressarsi al problema. Tutti posso e devono assumere questo coraggioso atteggiamento”.

Antonella Quarato 

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