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Giovedì 27 settembre un altro incontro rotariano dell’anno di Presidenza di Angelo Corbo con una conviviale sulla poesia di Eduardo De Filippo. Il Presidente, dopo i saluti di rito, ha ricordato ai soci la grande Campagna End Polio Now a cui il Club aderisce con l’organizzazione di un Concerto che si terrà al teatro “U. Giordano” il 13 ottobre e ribadisce l’importanza di sostenere con tutti i nostri mezzi la Rotary Foundation che rappresenta la possibilità dei rotariani di fare del bene. Il Presidente ha ricordato i vari service attivati a livello locale ed internazionale grazie alle sovvenzioni ottenute e, a questo proposito, ha invitato i soci a partecipare anche all’incontro che, il 4 ottobre, si terrà presso Palazzo Dogana, con il PDG Riccardo Giorgino, Presidente della R.F. del Distretto 2120 per fare il punto sul service “Obesità e Diabete mellito” che il nostro Club ha sviluppato negli ultimi tre anni.

Una serata conviviale intensa che ha portato i presenti ad immergersi nell’anima di uno dei più grandi scrittori di Teatro del ‘900 attraverso l’ascolto di alcuni dei versi più belli della sua produzione poetica.

Accompagnato dalla chitarra di Cosmo Damiano Orlando e dal flauto di Fernando D’Ascoli, il Prof. Franco Terlizzi ha raccontato ed interpretato i sentimenti più intimi del grandissimo artista partenopeo in un recital sulla Napoletanità e l’Universalità di Eduardo Poeta.

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La napoletanità-ci dice Terlizzi- è uno stato d’animo, un modo di intendere la vita, di ricordare, di amare. È passione, intelligenza, cultura.

Ed ha recitato, con passione Tre piccirelli, che evoca la storia di Titina, Eduardo e Peppino, i tre figli di Eduardo Scarpetta che tanto probabilmente ispirarono Filumena Marturano.

Un percorso poetico che va dalla tragedia della morte della figlia Luisella a soli dieci anni e che scatenò in Eduardo disillusione e disincanto ai versi scanzonati, quasi pamphlet, in cui denuncia il parlare falso e la demagogia. Si passa dal suo rapporto con una fede di cui era privo ma sulla quale si interrogava soprattutto a poche settimane prima di morire, alla poesia scritta ad ottant’anni in cui la morte la incontra nella figura di una vecchiarella, San Anna. Il poeta Eduardo, con soave leggerezza, trasforma in favola temi importanti.

Ma colpisce anche l’umorismo grottesco con cui in O Paese di Pulcinella, scritta nel 46, si scaglia contro la classe dirigente che reputa responsabile della decadenza e del degrado della sua città dalla quale rifiutò la Laurea Honoris Causa. Ed esprime la tragedia di un popolo che per sopravvivere deve dare fondo a tutte le sue risorse.

Sicuramente però, sono rimaste nel cuore di tutti, le immagini proiettate ad inizio serata dell’ultima apparizione pubblica di Eduardo, a Taormina, pochi giorni prima di morire, che è un inno d’amore per il figlio Luca, le ultime parole di un uomo che sente vicina la fine e percepisce il senso di un tempo fuggito e dedicato più al Teatro che agli affetti più cari!

Antonella Quarato 

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