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Il 13 novembre il Club ha inteso celebrare i 100 anni del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) con una serata ricca di personaggi, di racconti, di emozioni.

Del resto- esordisce il Presidente Giulio Treggiari- leggendo gli scopi e gli ideali del CONI, non si può non notare che sono, nella sostanza, gli stessi del Rotary: promuovere una cultura di pace, lealtà, rispetto, amicizia e solidarietà. Tocca al Past President dott. Franco Galasso, Delegato del Comitato Provinciale del CONI dal 1962 al 2000 tracciare un quadro storico degli ultimi cinquanta anni.

 

Tanti nomi riecheggiano nella sala e, tra tutti, il primo a studiare soluzioni e progetti innovativi, il Prof. Luigi Colella che in tanti atleti infuse oltre che la tecnica, coraggio, grinta ed entusiasmo.

Si parla anche del Panathlon, l’associazione parallela fondata nel 1957 dall’avv. Luigi Masullo che avviò una lunga storia di iniziative culturali e si ricorda l’avv. Luigi Treggiari (padre del nostro presidente N.d.R.), presidente e governatore distrettuale del Panathlon che con il CONI sviluppò un progetto per “ lo sport contro la droga”.

Si parla anche degli anni in cui fu presidente del CONI il nostro attuale Past President Ciriaco Danza che, in quel periodo, rimarcò i valori della correttezza e della lealtà ponendo l’accento sull’importanza della somiglianza tra gli ideali e la pratica di vita.

Graditissimi ospiti sono questa sera proprio l’attuale presidente del Panathlon dott. Lucio Masullo e il suo Past President Alfredo Chicoli, il giornalista sportivo Pino Autunno, segretario della delegazione provinciale CONI e l’avv. Francesca Rondinone, vice delegato provinciale e responsabile del settore paraolimpico.

Prima di cedere la parola agli altri relatori, Franco Galasso non può non volgere un pensiero al sindaco Pellegrino Graziani ricordandone l’impegno per lo sport con l’avvio della costruzione di una serie di edifici sportivi che tuttora rappresentano un bene prezioso per la pratica sportiva nella nostra città.

Dagli anni ’70 in poi abbiamo visto “ fiorire” la Palestra della Scherma, considerata “ un miracolo a Foggia”, fucina di atleti che portano alto il nome della nostra città nel mondo, il diamante del baseball, la palestra Taralli per l’atletica pesante, il pattinodromo e tanti altri ancora fino all’istituzione dell’I.S.E.F. per il quale tanto si è speso il prof. Luca Cangelli.

Tra i suoi ricordi il relatore fa cenno anche ad un giovanissimo Mimmo Di Molfetta che sarà poi il suo successore e ad una ragazzina tenace, Antonella Bevilacqua, alle prese con il salto in alto e che, guidata da una bravissima e severissima mamma, è poi diventata una grande campionessa partecipando a due Olimpiadi e conquistando una serie di titoli e record.

Si parla di sport, di valori sportivi, del Comitato Provinciale e dei cambiamenti che in questi anni lo hanno trasformato.

Ed è proprio Mimmo Di Molfetta, attuale Delegato Provinciale a prendere la parola per ringraziare dell’occasione che gli si offre di celebrare i 100 anni del CONI ma anche di raccontare quello che pochi sanno e cioè di tutte le attività sportive che animano questa città e dei cambiamenti che hanno reso, per esempio, la sede del Comitato Provinciale, una sorta di CONI Point, aperto dalla mattina alla sera e dove si riuniscono gli atleti con i loro familiari per incontri con i tecnici.

Ci parla della nuova configurazione del CONI e della riorganizzazione territoriale e riassume tutta una serie di nuove iniziative con le parole “ la politica del fare” che ben descrive la Capitanata in movimento. Un movimento e un nuovo fermento testimoniato dalle slides che documentano le due edizioni di “ Sport sotto le stelle”. Bellissime serate in cui tutte le discipline e le attività sportive presenti sul territorio sono state rappresentate in una meravigliosa festa per lo sport e per la città. “Un modo, tra gli altri -suggerisce Di Molfetta- di ridare fiducia agli sfiduciati”!

E’ il momento di emozionarsi seriamente, adesso, con il racconto della grande Antonella Bevilacqua, sei volte campionessa nazionale assoluta, sette volte campionessa italiana indoor, medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo del 1997, medaglia di bronzo a San Pietroburgo nel 1998; dal 1994 al 2007 ha detenuto il primato italiano indoor della specialità che era appartenuto a Sara Simeoni per tredici anni; ha partecipato alle Olimpiadi di Barcellona e di Atlanta, in questa classificandosi quarta.

La Bevilacqua ci racconta di come sia difficile socializzare un’esperienza forte come quella olimpica che, per quanto straordinaria, rappresenta la normalità per chi, come lei, tutta la vita ha dedicato allo sport. Condivide con noi ascoltatori la difficoltà di trasferire le emozioni che sono quasi “ congelate” in un’esperienza così unica ed importante! Ci parla della pedana di Atene e della cura nella preparazione, ci racconta di come adesso porti ai suoi allievi, giovani atleti la sua esperienza personale e, soprattutto, cerchi di trasmettere quei valori citati all’inizio della serata.

Ci fanno, poi davvero entusiasmare, alla fine della serata, gli aneddoti della vita del villaggio olimpico di Mimmo Di Molfetta, tre Olimpiadi (Sidney - Atene - Pechino) da allenatore, accompagnati da suggestive immagini. Rimanere senza fiato e senza parole sotto la fiamma olimpica. Respirare l’atmosfera dell’hangar dove si pranza a qualsiasi ora accanto a medaglie d’oro dello sport internazionale, incontrare in ascensore una bimbetta che risulta poi, essere una ginnasta di “ bronzo” e tanti altri episodi rendono davvero “ unica” l’esperienza olimpica.

Ma - interviene la Bevilacqua - la tua grande responsabilità è l’azzurro che indossi” . E condivide con noi la grande pressione e tensione che si celano dietro ogni olimpiade che, peraltro, da sempre messaggio di pace a volte diventa bersaglio per chi la pace la respinge e la combatte.

Mimmo Di Molfetta ci racconta ancora dell’affetto e del calore della gente, dell’incontro con la cultura locale, dello scambio degli autografi.

Soprattutto- termina la Bevilacqua - sapere che sei insieme a persone di tutte le razze, le lingue, le religioni del mondo per uno scopo comune: rappresentare lo sport per il tuo Paese. Questa è adrenalina pura! Che ti succede? E’ la vita che immaginavi da quando avevi sette anni!”.

E’ “ essere quel che si è”!                    

                                                                                                                                                                                Antonella Quarato

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